martedì 30 dicembre 2008

ultimo post



Visto che dio o comunque si chiami non ci riesce...fate morire quella ragazza
fate morire Eluana.
questo blog si chiude per lutto (in attesa di...)

lunedì 24 novembre 2008

epitaffio del controsoffitto stanco


E' tempo di controsoffitti. Tutti che si accalcano cercando di capire come funzionano. Come si costruiscono. Da che parte si guardano. Loro, neanche fosse una colpa, non reggono le troppe pressioni, e crollano. Ma così, senza avvertire nessuno. O forse si. Ma in un linguaggio incomprensibile. Basta uno sbuffo d'aria combinato insieme, come un'alchimia crollata prima di formarsi del tutto.
Basta il vento freddo dei tempi incerti. Stare all'ultimo banco negli anni scolastici voleva dire essere rispettato. O comunque tentare di nascondersi. Da quegli strani fenomeni atmosferici chiamati interrogazioni. O dalla stupidità della vita in genere che neanche si accorge che tu sei rimasto sotto, e a respirare non ce la fai piu'...
Sbuffare non serve a niente. Morire a scuola è un'incidente sul lavoro. Probabilmente si. Bloccare il festival del cinema di Torino serve a trasformarlo in un piano sequenza muto. Meglio di niente. cambio scena.

mercoledì 5 novembre 2008

Epitaffio di come funziona veramente


Piu' che altro tento di capire come funziona un pollice. In particolare uno verde. Riconoscerlo, per me, è alquanto difficile, considerando la mia proverbiale propensione al daltonismo. O qualcosa del tipo.
Il fatto è che mi hanno regalato due piante di basilico, che non riesco a capire da che parte si guardano. Come funzionano le cose. Questo è l'epitaffio delle mie esigue capacità di comprendere i fattori ambientali, e di usarli, nella migliore delle ipotesi, a mio favore.
Invece no.
i basilichi reagiscono in maniera uguale e contraria ai miei sforzi malsani.
Mi vengono in mente le paturnie di Moretti in Bianca, quando chiedeva alle sue piantine malandate, cosa vuoi piu' acqua, piu' sole, parla!
Le mie piantine sono afone. In compenso non hanno confidenza con le stagioni e le finestre da cui si vedono le stagioni.
Ieri durante il temporale del secolo che ha afflitto Roma erano tutte rigogliose. Vai a capire...stanotte si sono piazzate su Foxnews a seguire gli esiti delle elezioni americane. Accadono strane cose...

lunedì 20 ottobre 2008

Epitaffio dei vecchietti con tagliaunghie


Se c'è una cosa che non sopporto è vedere sparire le persone da un momento all'altro. il pomeriggio della domenica aveva senso anche per merito dei vecchietti davanti casa.
due che si organizzavano il tempo libero ed eterno davanti a loro come se non ci fosse niente altro da fare.
lei aveva un tagliaunghie. lui la aspettava al sole.
lei gli ha preparato la minestra. lui ad un certo punto non ha piu' risposto.
epitaffio questo per il silenzio del vecchietto.
e del tagliaunghie che è rimasto da solo sulla sedia ad arrugginirsi.
ed epitaffio pure alla tristezza di quando metti a fuoco le cose e ti accorgi che non c'è proprio niente da bruciare alla fine.

martedì 14 ottobre 2008

come ho imparato a odiare i trolley # 2


Tutto quello che so l'ho imparato dalle stragi.
Nella mia vita e non solo.
Stamattina ho ritrovato dei vecchi appunti su una cosa che (ovviamente) non scriverò mai.
Forse non tutti sanno che il reperto trovato a Pratica di Mare in merito al disastro aereo di Ustica (tanto per dirne una) si chiama "Trolley" in un gergo peripatetico e moderatamente blando. In pratica a pratica di mare i rifiuti del velivolo erano dentro a questo affare.
cito da non so dove.
Detto oggetto è una scatola parallepipeda, di materiale leggero, munita di ruote per poterla agevolmente estrarre. e fino a qui tutto bene, come direbbe l'attore dell' Odio raccontando il fatterello del tipo che precipita.
Trova collocazione, nel velivolo, nel galley anteriore, in un vano ricavato nella paratia di separazione fra cabina piloti e galley stesso.
Durante il volo è tenuta in posizione da maniglie ruotanti (come non pensare a Goldrake che in quegli anni imperversava sulle nostre televisori appena colorate) ne permettono il bloccaggio nel suo vano di contenimento.
Il ritrovamento del reperto in quella posizione è una chiara indicazione che il danno al velivolo è avvenuto nella zona anteriore, a meno che ( come a meno che...) sul velivolo I-Tigi non esistesse un secondo Trolley anche nella parte posteriore, cosa che si potrà verificare esaminando i documenti relativi all'aereo, che non sono stati reperiti dali firmatari presso il RAI di Roma. (da non confondere con la Rai, comunque secondo me allungando le frasi praticamente qualsiasi concetto lo puoi buttare in caciara. Gergo tecnico)
Si deve però considerare che l'installazione del galley anteriore e relativo trolley è relativa a realizzazione progettuale e non modificabile, mentre quella relativa al galley posteriore è una realizzazione della società proprietaria per ricavare un vano portaoggetti.
Quindi, se sull'aereo ci fossero stati due trolley il ritrovamento in quella posizione di uno di essi non privilegierebbe nessuna delle due ipotesi (danno avanti o dietro) mentre se il trolley presente a bordo risultasse uno solo si avrebbe privilegiata l'ipotesi del danno in posizione anteriore come prima descritto. si...
Comunque, pur non avendo ancora potuto, come già detto, visionare i documenti relativi, da colloqui avuti con personale ex Itavia è emerso che nel galley posteriore non esisteva alcun Trolley.

e direi che questa seconda parte ha un che di sottilmente misterioso.
ma mica tanto.

venerdì 3 ottobre 2008

mio cugino che di mestiere fa il barman solo che...


Mio cugino ubriaco che di mestiere fa il barman.
Lo so che non ci si può credere, eppure è l’unica cosa che sa fare. E’ bravissimo. Un talento naturale. Quando non è brillo. Quando non ti chiede i soldi perché è sbronzo. Quando non ti riconosce e chiude gli occhi perché è instabile, malfermo, ebbro.
Quando a un certo punto non aveva i soldi per bere, ha fatto una specie di rapina e se lo so bevuto.
Mio cugino ubriaco che di mestiere fa il barman.

L'altro giorno l'ho visto. O meglio mi ha visto lui e mi ha urlato che mi aveva riconosciuto. Io stavo in motorino e ho fatto finta come quando da verde senti che sta per diventare arancione il semaforo. Ho accelerato. e l'ho lasciato li.
Che non c'avevo i soldi neanche per una birretta con mio cugino che di mestiere solo che...brillo un pò di meno.

martedì 23 settembre 2008

Soltanto un nome anonimo


In questi giorni alla casa del cinema si omaggia uno dei piu' grandi sceneggiatori italiani. Ugo Pirro. Ieri sono andato a sentirmi delle cose e a vedermi il documentario "Soltanto un nome nei titoli di testa".
Ad un certo punto Pirro dice al suo intervistatore una cosa tipo guarda non credere che i produttori con cui ho avuto a che fare io chissà chi erano, e che tipo di cultura avevano. Alla fine, anzi, è quasi meglio avere a che fare con industriali piastrellisti ( quello che ha prodotto Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto) o figli di papà che però hanno dei soldi da spendere.
Giusto. Per dirla meglio. Meglio i cialtroni che producono.
Piuttosto che? No piuttosto che lo aggiungo io.
Ultimamente ne incontro spesso di cialtroni tout court. A cui neanche posso raccontare questo aneddoto, visto che mi chiederebbero sistemandosi la cravatta nella panza...e chi cazzo è Ugo Pirro?