giovedì 3 luglio 2008

Il fantastico mondo di Oz ( e di Ingrid)


Ingrid non c'era due giorni fa alla feltrinelli di via appia nuova. Forse era ancora incatenata. Non lo so. MI sono guardato intorno e non l'ho vista. Eppure quando ieri ho sentito la notizia della sua liberazione ho pensato subito a due cose. Al fantastico mondo di Oz. E ad Amos Oz in persona.
L'altra sera lo scrittore israeliano ha fatto una lezione di scrittura senza che nessuno sentisse il bisogno di appuntarsi qualcosa. Vedi quest'uomo che ti racconta le sue camminate mattutine nel deserto ogni giorno, primavera, estate autunno inverno; te lo immagini che poi si mette a lavorare, che prende il caffè al solito posto.
Immaginazione e immedesimazione inventano i personaggi della nostra vita e ci appartengono. Una specie di cucina dove tutti possono entrare, ma alla fine bisogna decidere chi ha la responsabilità degli ingredienti. Di come amalgamare le cose. Ammesso che uno sappia cosa significhi. Ci racconta dei vicini di casa che si sistemano quando si sentono osservati da Amos Oz, perchè hanno il lieto timore di finire nel suo libro. Non si sa mai. Meglio essere presentabili. Visto che Oz è uno che nei libri ci mette quelli che incontra per davvero.
Senza avere una trama. Senza un finale. Come direbbe Cechov. Essere una spia, che usa la commedia umana per la compassione, per la tenerezza e per l'ironia. NOn so se in quest'ordine. Ma comunque il punto è un altro.
Essere curiosi. Impararlo da bambini. E non perdere l'ingenuità. O qualcosa che ci assomiglia molto. Ecco perchè Ingrid l'hanno liberata.
Ecco dove le cose chiudono il cerchio. Ecco come.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Grande Ingrid. Una delle notizie piu' belle di quest'anno.

Anonimo ha detto...

mi sembra che l'immaginazione sia sempre piu' necessaria. Stamattina quando ho letto la notizia ho pensato subito ai figli della Betancourt. Quante volte l'avranno immaginato?

Anonimo ha detto...

Senza trama e senza finale. Come le cose migliori.

Anonimo ha detto...

C'è una tenerezza nella Betancourt che appartiene alle eroine. Che solo lei saprà come spiegare ai figli.