martedì 29 aprile 2008

Hostaria da Alemanno. La prima a destra



In quanto che ha vinto Alemanno
urge pensare alla riduzione del danno
In quanto che Alemanno ha vinto
credo che tutto ciò che avevamo di bello vada estinto
In quanto Alemanno vinto che ha
Porca la troia la Patria Alì & Mortà
Visto che Alemanno ha vinto tutto quanto
Uscirò di casa per il funerale mio soltanto
tanto vestito di nero per vestito di nero
meglio almeno esse sincero
Vaffanculo a tutti quelli che ieri stavano in Campidoglio
L'unica speranza è che almeno qualcuno ce butti l'olio
su quelle scalinate
sulle vostre adunate
olio di ricino non sarebbe male
visto che è davvero troppa 'sta pena capitale

giovedì 24 aprile 2008

Il Pil di padre Pio



Oggi a San Giovanni Rotondo casca il mondo casca la terra , verrà riesumata la salma di Padre Pio. Lui probabilmente non ne sa nulla. Lui, quasi certamente, lo troveranno rivoltato nella tomba, visto il caos che troverà ad attenderlo. Previsti tonnellate di fedeli ammaestrati armati di euro e spiccetti della fede.
Anni fa in una sitcom per la Rai scrissi in una puntata che il prodotto interno lordo italiano ha uno scatto in avanti grazie a Padre Pio. Ovviamente la battuta (se così possiamo dire) è stata "censurata". Ebbene si. esiste la censura.Molte cose non si possono dire. Tipo parlare di Padre Pio. O di altri marchi. E già perchè sono i marchi quelli in concorrenza. Oggi expò Padre Pio farà faville.
A sua insaputa. Mi piacerebbe conoscere il suo commercialista. Sarei un suo devoto. Anche perchè se ognuno oggi spende qualche spiccetto di euro (non dico tanto) con la scusa che è per lui, beh un pensierino a quotarlo in borsa io ce lo farei.
E bravi...
Prevedo anche vendita posticcia di foto su ebay. E una foto in cui qualcuno dirò che PP si è mosso e ha chiesto una percentuale. Che mi pare il minimo.
O comunque l'equo compenso. D'altra parte il grosso del lavoro l'ha fatto lui. Tipo Morire e diventare Santo. E le due cose non sempre coincidono...

lunedì 21 aprile 2008

La colpa


Ho finito di leggere questo romanzo pubblicato da una delle mie case editrici preferite. Dunque. La questione di cui parla il romanzo è abbastanza complessa, eppure nella sua interezza, semplice e nuda. Tanto per cominciare l'autore ha affrontato le conseguenze di ciò che voleva raccontare chiedendo di essere scomunicato dalla comunità mormone di cui ha fatto parte per un certo periodo della sua vita. Ha messo le mani avanti, visto che alle stigmate non ci credeva neanche piu'.
Quella che in America è anche conosciuta col "nobile" nome Chiesa di Gesu' Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni nel romanzo diventa la causa scatenante delle violenze, e della follia implicita del protagonista, che comincia ad avere fede solo in ciò che si può ottenere dai sensi di colpa. Mi rendo conto che un tema del genere di questi tempi investe anche la nostra beneamata (ca va sans dire) iglesia cattolica, con Ratzi che a Ground 0 e in ogni luogo degli States ha chiesto scusa e ha preteso di prendere su di sè tutti i mignoletti delle vittime di violenze sessuali da parte di preti e rappresentati della chiesa.
Si prevede una nuova enciclica dal titolo "mannaggia il diavoletto che ci ha fatto litigà, pesce fritto e baccalà".
Che oltre ad essere una celeberrima rima baciata, può essere usata alla bisogna anche come una sana liturgia che ci salva a tutti.
Il libro merita anche se ho divagato. Capitoli finali incomprensibili che sfiorano alcuni arcani concetti di redenzione e espiazione.
" Soltanto pochi minuti dopo aver sollevato la questione, la discussione della sua condizione entrò nei ranghi delle cose che letteralmente non riusciva a sentire. Buchi, pensò lei, e immaginò come doveva essere:vivere tra vuoti che si aprivano a tua insaputa, cose che sembravano spazi vuoti e trasparenti, come se il mondo fosse incompleto".
La colpa- Brian Evenson- Isbn edizioni-

mercoledì 16 aprile 2008

Se fossi Frocio


Se fossi Frocio arderei lo mondo
Se fossi Frocio mi farei anche un monco (se me po esse utile)
Se fossi Frocio vivrei come una drag queen casalinga disperata
Se fossi Frocio a teatro troverei posto come pubblico autore regista
Se fossi Frocio scriverei di froci e tutti direbbero che bravo questo senti che profondo. E qualcuno direbbe ma parla solo de froci, embè che c'è, se fossimo a Berlino la Love Parade t'avrebbe già spiaccicato se solo ce provavi a criticà l'amichetti miei frocetti belli
Se fossi Frocio riderei ogni volta che qualcuno dice cazzo fica vulva glande
Se fossi Frocio organizzerei un fottio di feste anni ottanta e la gente "verrebbe" a forza di gridolini
Se fossi frocio sodomizzerei a casaccio
Se fossi Frocio mia madre all'inizio ci rimarrebbe male ma poi faremo shopping insieme e incontreremmo mio padre che si fa la ceretta
Se fossi Frocio direi che è tutta colpa degli etero
Se fossi Frocio capirei come si cucina un risotto col wok
Se fossi Frocio vivrei in un loft barra attichetto
Se fossi Frocio farei l'esegesi dei fumetti di Batman e capirei molto meglio la figura allegorica di Robin
Se fossi Frocio le amiche donne direbbero che simpatico e brillante, secondo noi non è frocio. Organizzerebbero dibattiti su questo tema. E io sarei ancora + frocio.
Se fossi Frocio sarei Lesbico
Se fossi Frocio aprirei una Froceria
Se fossi Frocio nel tempo libero collezionerei sopracciglia usate
Se fossi Frocio mi lamenterei col sarcasmo trendy ma sarei sempre molto fico
Se fossi Frocio sarei meno Gay degli altri ma anche no
Se fossi Frocio prima o poi vincerei un David, un Oscar, un Nobel, un vibromassaggiatore fallato
Se fossi Frocio sarei fallato
Se fossi Frocio mi inculerei da solo. (ma forse non mi piacerebbe)
Se fossi Frocio ma Frocio non sono e quindi me la prendo in der Q

venerdì 11 aprile 2008

evitare di farsi male



Ipoteticamente domenica e lunedi il popolo italiano è chiamato alle urne.
La prima cosa che mi sono chiesto quando ho capito che significa urne è se dovevo preoccuparmi in qualche modo delle ceneri come rimanenza. Già la parola urne secondo me non aiuta, in piu' in questo overtime della nostra dignità melliflua siamo ovviamente attenti ad ogni cosa. Visto che questo blog si chiama spregevole, stamattina, mentre sfogliavo la repubblica col caffè, pensavo che in fondo bastava prendere notizie così random per ricavarci almeno una quindicina di post per i posteri.
E invece no. Ieri a Roma in centro c'erano delle macchine della polizia municipale messe di traverso. Cioè tipo al semaforo dopo il Colosseo prima di prendere via Labicana, diciamo davanti al Coming Out c'erano questi messi coatti col muso che guardavano chi arrivava. A me in quei casi mi sale l'ansia. Anche se ho tutto in regola. Che ovviamente non è vero. L'idea che l'approssimarsi delle elezioni in un paese si misuri con la paura esponenziale di qualcosa che vada storto mi procura un deja vu. Mi fa tornare alle piccole e ipotetiche certezze. Le tribune elettorali che da piccolo origliavo e mi sembrava tutto così chiaro; ogni cosa al suo posto.
Le giacche. I vestiti. I microfoni vecchi.
E adesso il ritorno nelle piazze con la gente dentro che fa finta di stare in piazza, ma vede che c'è la televisione, e si comporta come se ci fosse la televisione, e la piazza smette di avere senso. Alla fine se ti abitui a questo ti abitui a tutto. Lo sforzo di non pensare che tutto è uguale mi sembra un esercizio nobile e necessario di questi tempi. Forse esistono delle differenze. Forse siamo invischiati in qualcosa che sembra non appartenerci. Il senso di scollamento che si respira. C'è chi non andrà a votare che tanto che serve, chi ha perso la scheda, oddio che palle devo andare a richiederla, chi va a votare ma tanto boicotto la scheda, ci scrivo quello che mi pare, come se qualcuno si mettesse a leggere ciò che scrivi tu, chi farà il weekend fuori, chi fingerà una malattia; chi si sentirà diversamente inabile al voto in quanto tale.
Io credo che andrò. Paraponzi ponzi pò.
O cercherò di costruire una macchina per votare che faccia tutto al posto mio.
Anche se (ovviamente) non saprei come farla funzionare.
Ma sarebbe divertente portare ognuno un pezzo diverso e rimontarla insieme.
e vedere se succede qualcosa.

martedì 8 aprile 2008

It's Juno time

Juno è come speravo che fosse.
Mi ha restituito la voglia delle piccole storie che a poco a poco diventano

grandi e quando lo capisci dopo ti sembra di stare meglio.
Contiene il germe di qualcosa che apprezzi al momento ma sai che diventerà una

specie di rifugio per capire come dovrebbero andare le cose.
In fondo Ellen Page nella storia ( e forse nella vita)è una dea. Non potrebbe

abortire perchè "l'ambulatorio sapeva di dentista"; non potrebbe impiccarsi ,

soprattutto se usa come corda una lunga liquirizia rossa, che finisce per

mangiare. Dolci, dolcezze, recupero dell'infanzia, come filo rosso di questo

film che alcuni troveranno . e che altri invece no. e va benissimo così.
Poi siccome è un film scritto bene, ci sono delle scene che uno si ricorda.
Tipo quando lei va a parlare con lui, e gli dice delle cose, e lui appoggia la

sua mano col polsino sul suo pancione e con uno sguardo tenero le dice

"Maghetta" (tradotto letteralmente Wizard in originale). E li uno finisce che si commuove. E poi ad un certo punto Juno Mc Guff arriva con la sua bicicletta e la chitarra a tracolla a casa di lui, si siedono di fronte, un cenno di intesa e attaccano a suonare le loro due chitarre acustiche; una canzone dei Moldy Peaches. Ma la voce è quella di Ellen Page e Michael Cera.


...You're a part time lover and a full time friend
The monkey on your back is the latest trend
I don't see what anyone can see in anyone else
but youI'll kiss you on the brain in the shadow of the train
I'll kiss you all starry eyed my body swingin' from side to side
I don't see what anyone can see in anyone else...

E lentamente li lasciamo al loro destino di maghetti
con quell'armonia di fondo.
Alla fine esco e sono molto poco spregevole.
Avrei bisogno di alcune ciliegie.
It's Juno time.

giovedì 3 aprile 2008

Se il buongiorno si vede dal mattino...


La sveglia. La mattina.
perchè se fosse in qualsiasi altro orario sarebbe tutto molto diverso.
Ora hanno inventato questi aggeggi che praticamente tu la sera imposti la musica su un cd o quel che è e poi come per magia la mattina dopo ti svegli con la tua canzone preferita, che uno dice fico è la mia canzone preferita, yeah get up stand up.
ti senti bene ti senti cool, ti immagini di scattare dal letto, pronto a mordere il mondo, a farlo a fette. Non vedi l'ora di fare il caffè. Davanti allo specchio ti sembra di scorgere Jude Law e invece sei tu. Tutto a meraviglia. Se non fosse che dopo due o tre mattine l'effetto "sorpresa" della sveglia mattutina con la canzone preferita svanisce lasciando il posto ad una specie di rantolo che cominci a odiare.
Ti chiedi come abbia fatto questa ad incidere una canzone, ti sorge il dubbio legittimo che in realtà sia confinata dentro quello spazio tecnologico e viva nutrendosi di vitamine mp3. Non so. Il delirio comincia nel momento in cui ti accorgi che se quella stessa canzone la risenti per caso in uno spazio comune (aereo centro commerciale sala d'attesa) ti viene voglia nell'ordine di
1 dirottare
2 annunciare una bomba tipo arrotino e ombrellaio (su cui presto questo blog aprirà un trattato)
3 pontificare sull'italia lo sfacelo la fine che faremo e il rimpianto su ciò che eravamo, sempre se eravamo qualcosa

ecco perchè da un pò di tempo
verso le 6, 6 e 20 mi sale l'ansia al pensiero
dell'ennesimo inizio della "canzone preferita".

Ecco perchè in caso di attacco nucleare,
tranquilli tutti. Io sarò già sveglio.
Pronto a canticchiare la celeberrima canzone preferita.
Se c'è una cosa bella degli attacchi nucleari immaginifici è che puoi immaginarti
proprio quello che ti pare.
Tipo che alla fine il superoe che viene a salvarti è quello che canta
la "sua" canzone preferita del mattino. In questo caso Natalie Imbruglia.
Che non è male. Sai com'è...