lunedì 30 giugno 2008
All'occorrenza soccorro
Quando vedo la gente che si sente male per strada, mi piace fare questa cosa. Di solito c’è sempre qualcuno che dice. C’è un medico? Io. Eccomi. Faccio il medico in queste occasioni. Non sono un medico, e non so neanche da che parte si comincia a curare qualcuno. Però mi piace l’idea della tranquillità che si forma sulla faccia della gente. Poi mentre si è formato il solito capannello di curiosi mi allontano un attimo con la scusa di chiamare un collega che manco a dirlo non risponde, perché non ho nessun collega medico, visto che non sono un medico. Suggerisco solo di far tenere i piedi alzati al vecchietto che è collassato.
Questa è una cosa che so. La sanno tutti. Ma io faccio la parte. E a me mi credono.
Mi immagino che poi la persona che ho soccorso quando torna a casa peggiora del tutto. Che la prossima volta io non ci sarò. Mica sempre le coincidenze coincidano. Come le "soccorrenze" occorrono quando vogliono loro.
giovedì 26 giugno 2008
Manco li cani
Stamattina scopro che esiste un programma di mediolanum channel (sic) dove fanno dei provini per cercare "attori" che presentino un programma sul teatro. E fin qui tutto bene. Ma come nel film "L'odio" il peggio deve ancora arrivare. Sento che la vocina che staziona dentro di me, che in certi frangenti assomiglia piu' che altro ad un coro greco, mi spinge a non farlo. No. Non cedere. Manda quella mail , sistema quegli appunti che devi mandare sul soggetto; e invece no, voglio proprio compiere il mio naturale esercizio di voyueurismo. Se c'è una cosa che non sopporto è la totale mancanza di capacità artistiche, la presunzione di saper recitare, cantare, ballare, scrivere. MI rendo conto che è un discorso accidioso, e per sua stessa ammissione spregevole, ma d'altra parte questo è il manifesto dell'acredine.
vedere 40 (o qualcosa del genere) candidati sfigati che si affannano a recitare dei monologhi senza alcuna capacità interpretativa mi ha stesso. Il sito dice che bisogna votare i migliori. Ecco controllo bene...no niente non c'è modo di esercitare un dissenso netto e totale. Non guarderò mai in vita mia mediolanumchannel, ma non si può mai dire. Cani del genere ti fanno venire la rabbia. Meglio starne lontani. A me la mediocrità ostentata fa paura. La vergogna, e un sottile ma persistente strato di consapevolezza dei propri mezzi monchi sarebbe gradito.
Manco li cani. Ma davvero. Dio mio non riesco a resistere. Ne guardo altri 3 e poi smetto. E l'antico e sempreverde gusto del trash.
p.s.
cliccando sul titolo del post potrete vedere anche voi questi talenti nascosti.
Preparate l'antidoto alla rabbia però. Questi sono cani veri. Scusandomi con i cani originali.
martedì 24 giugno 2008
Oggi è peggio. Meglio
3 simpatici vecchiarelli maschi appollaiati in una zona d'ombra qualsiasi, stamattina. Sul presto.
1 Oggi è peggio
2 Si. Ma domenica.
3 Domenica poi sei andato?
2 Si a Terracina anche all'ombra mi squagliavo
1 Si ma oggi è peggio
pausa inquietante
2 Al ritorno ci abbiamo messo poco. Ma all'andata.
3 Però però tu che vai al mare di domenica.
1 Vacci prima.
2 Ma mica è casa mia. E'di mia figlia.
1 Sta sempre con quello?
2 Si (sta per aggiungere qualcosa, finge di controllare uno scontrino che ovviamente non butta)
3 Sta ancora con quello stronzo?
2 Non è stronzo. Poi ci sta lei. Mica io.
1 Però diglielo.
2 A chi?
1 A tua figlia. Diglielo che è uno stronzo. Con tutto quello che hai fatto per loro.
(non specifica, ma 2 appare pensieroso. Come a dire. Effettivamente...)
2 Comunque è migliorato.
1 Ma oggi è peggio.
2 Oggi non lo vedo.
3 Meglio.
giovedì 19 giugno 2008
Amy è quel che sarà
Non ho voglia di mettere foto di Amy Winehouse. Se uno passa di qui sente la voce che è la cosa migliore che uno possa sentire in questi giorni.
In rete si trovano foto di siti di gossip che ritraggono questo genio, senza alcun rispetto per l'essere umano. Dicono che Amy morirà presto. Probabilmente non arriverà neanche a compiere 25 anni. Se dovessi spiegare ad un bambino il talento, il concetto di talento non saprei che fare; temo che se gli facessi leggere un libro o vedere un film non capirebbe. Invece la musica. Qualcuno ha detto che la musica dice tutto senza nominare nulla.
Credo che Amy Winehouse potrebbe essere l'esempio perfetto. Senti Amy direi.
Massacrata, fragile, vittima di ciò che il "suo mondo spietato e meraviglioso" ha creato. Come Cobain, come Janis Joplin dicevamo ieri con la mia collega amica identitycrash. A me fa male quando i talenti si tolgono di scena. Mi immagino già quello che direbbero dopo. Si parlava dei posteri, dell'essere postumi. e della convinzione che morire per un'artista a volte è l'unica soluzione. Pero' per cantare cazzo Amy bisogna essere vivi. Poi esistono le tracce musicali che uno tiene comunque addosso, che se le porta dietro.
In questi giorni quando ho saputo l'ennesima notizia triste che riguardava la Winehouse ho detto che prima o poi vorrei vederla cantare dal vivo.
Ubriaca, con la ketamina a portata di mano, con il naso spaccato dalla cocaina, eppure con tutta la sua voce, sofferente, presagio di una vita sospesa, e illuminata come poche altre cose. Vorrei esserci. Tutti a soffiarle aria sulle ferite. Quando il sangue esce vuol dire che sei vivo. Finchè esce.
La madre di Amy dice che sua figlia non la riconosce piu'; ma lo dice con la tenerezza di una madre, sapendo che qualcuno ha dato, e qualcuno toglie. Si dice così no? Io sono uno di quelli che non pensa che si potevano salvare Kurt Cobain, Janis Joplin, Tenco.
Io credo che l'arte inizia e finisce con la libertà di un gesto salvifico e distruttivo al tempo stesso. Non ci si può fare nulla. Non credo che Amy pensi a Janis Joplin quando le dicono che così finisce che muore. A differenza sua è continuamente assediata da telecamere, zoom, macchine fotografiche, fan che pur di scattarle una foto da vendere a qualche giornale scandalistico british, venderebbero un rene. Amy è la strega cattiva. Amy è la fata buona. Amy cade da sola in casa. Amy vuole dei figli. Una famiglia. Amy crolla e dentro le cose ci mette l'unica certezza che ha. Le corde vocali a cui si aggrappa. e con cui rischia di soffocare.
Sarà il suo genoma da vetro rotto sulla pelle, sarà questa sua miscellanea russa ebrea che le devasta il cuore. porta dei segni che non conoscono nascondigli. e si mette a cantare per questo. per la catarsi. Non per essere quella che tutti ricorderanno. No.
In rete si trovano foto di siti di gossip che ritraggono questo genio, senza alcun rispetto per l'essere umano. Dicono che Amy morirà presto. Probabilmente non arriverà neanche a compiere 25 anni. Se dovessi spiegare ad un bambino il talento, il concetto di talento non saprei che fare; temo che se gli facessi leggere un libro o vedere un film non capirebbe. Invece la musica. Qualcuno ha detto che la musica dice tutto senza nominare nulla.
Credo che Amy Winehouse potrebbe essere l'esempio perfetto. Senti Amy direi.
Massacrata, fragile, vittima di ciò che il "suo mondo spietato e meraviglioso" ha creato. Come Cobain, come Janis Joplin dicevamo ieri con la mia collega amica identitycrash. A me fa male quando i talenti si tolgono di scena. Mi immagino già quello che direbbero dopo. Si parlava dei posteri, dell'essere postumi. e della convinzione che morire per un'artista a volte è l'unica soluzione. Pero' per cantare cazzo Amy bisogna essere vivi. Poi esistono le tracce musicali che uno tiene comunque addosso, che se le porta dietro.
In questi giorni quando ho saputo l'ennesima notizia triste che riguardava la Winehouse ho detto che prima o poi vorrei vederla cantare dal vivo.
Ubriaca, con la ketamina a portata di mano, con il naso spaccato dalla cocaina, eppure con tutta la sua voce, sofferente, presagio di una vita sospesa, e illuminata come poche altre cose. Vorrei esserci. Tutti a soffiarle aria sulle ferite. Quando il sangue esce vuol dire che sei vivo. Finchè esce.
La madre di Amy dice che sua figlia non la riconosce piu'; ma lo dice con la tenerezza di una madre, sapendo che qualcuno ha dato, e qualcuno toglie. Si dice così no? Io sono uno di quelli che non pensa che si potevano salvare Kurt Cobain, Janis Joplin, Tenco.
Io credo che l'arte inizia e finisce con la libertà di un gesto salvifico e distruttivo al tempo stesso. Non ci si può fare nulla. Non credo che Amy pensi a Janis Joplin quando le dicono che così finisce che muore. A differenza sua è continuamente assediata da telecamere, zoom, macchine fotografiche, fan che pur di scattarle una foto da vendere a qualche giornale scandalistico british, venderebbero un rene. Amy è la strega cattiva. Amy è la fata buona. Amy cade da sola in casa. Amy vuole dei figli. Una famiglia. Amy crolla e dentro le cose ci mette l'unica certezza che ha. Le corde vocali a cui si aggrappa. e con cui rischia di soffocare.
Sarà il suo genoma da vetro rotto sulla pelle, sarà questa sua miscellanea russa ebrea che le devasta il cuore. porta dei segni che non conoscono nascondigli. e si mette a cantare per questo. per la catarsi. Non per essere quella che tutti ricorderanno. No.
lunedì 16 giugno 2008
Lavanderia e attesa
Mi piacciono le lavanderie. E mi piace aspettare.
I tempi d'attesa in certi posti funzionano meglio.
Si usano delle monete che solo lì hanno valore. Ancora li chiamano gettoni. Si leggono dei libri perchè ci trovi le storie. Non dici che stai leggendo un libro perchè sai...no, leggi una storia, che è diverso. Le molecole dentro sono pulite.
In questi posti sostanzialmente la gente è lievemente sorridente. Ce ne sono ancora poche a Roma, ma quelle che ci sono mi affascinano. Ogni volta mi chiedo cosa ho da far lavare di enormemente gigante, che mi spinga ad entrarci.
Mi viene in mente sempre l'anima. Anche se sono consapevole che non sia gigante. Niente affatto. Mi piacerebbe incontrare delle persone. Parlare di ciò che stanno leggendo.
Conversare in altre lingue. Come se la centrifuga ci rimescolasse i dittonghi. E premesse sul palato per far uscire le parole che non sappiamo come dire.
Intanto che aspetto cerco di fare il ciclo completo.
Da dentro si vede benissimo fuori.
L'altro giorno ho visto arrivare uno matto che voleva entrare nella lavatrice.
Aveva scelto un momento ideale. Perchè c'era un black out.
Diceva che dentro ci aveva lasciato una cosa di quando era piccolo lui.
Mi sembrava convincente. Io ci credo. Chissà le cose che mi ci sono perso dentro.
Se il ciclo di lavaggio fosse una specie di hula hoop temporale come la mettiamo?
lunedì 9 giugno 2008
Altre 3 vite (almeno)
L'altra sera alla libreria Giufà a San Lorenzo i tipi di Minimum fax hanno organizzato l'incontro con uno dei miei scrittori preferelli. Rick Moody. E' uscito il suo nuovo libro (Tre vite) appunto. Abbandonando la didascalia sfrenata diciamo che è stata una di quelle serate in cui capisci che i reading hanno senso se qualcuno ha delle cose da dire.
Moody è un grande scrittore e i suoi racconti parlano frantumando e balbettando le questioni delle cose (come piace a me); C'erano vari tipi umani. La Stancanelli dalle nostre parti col suo fedele cane al seguito, che avevo già visto al Lian piu' volte; ormai siamo amici (col cane ovviamente). E poi Zadie Smith che faceva da introducer dello scrittore di New York. Zadie vive nella nostra città insieme al marito (anche lui romanziere , tale Nick Laird, un irlandese dalla penna colorita di cui vi consiglio "La banda delle casse da morto" anche perchè è l'unico uscito nella nostra italietta credo); tornando alle parole dette da Moody mi vengono in mente delle cose.
Di quando ha parlato degli esseri umani talmente impegnati a prendere l'aperitivo che non si accorgono piu' delle metafore. Che mi pare una efficace e devastante descrizione di ciò che sta accadendo hic et nunc.
Con quel cappello sulla testa, la voce rotta dalle corde vocali ingiallite di new york portata a spasso con tutti i fonemi che la riguardano, Rick Moody descritto come un Cheever piu' cerebrale, uno Swift piu' legato alla realtà, un pò meno schizzato però di Kurt Vonnegut. E altrimenti era troppo. Si parla del ruolo del romanziere americano ( e vieppiu' quello newyorkese) post 11 settembre. Si dice che il romanzo perfetto sul tema non è ancora stato scritto, ma gli estremi romantici simbolici di Safran Foer (Molto forte incredibilmente vicino) e quelli di Ken Kalfus piu' visionari in salsa Cassavetes ( Uno stato particolare di disordine) a me hanno parlato di come la letteratura può affrontare gli eventi tragici e restituirli sottoforma di Metafora. Ecco che in quei casi qualsiasi aperitivo potrebbe risultare letale. Si finisce a parlare di ironia che forse è morta con le torri. Venuta giu' di schianto. Si dice che l'ambiguità è necessaria alla scrittura. E sono d'accordo su tutto. Anche sul si di Moody alla solita domanda del tipo col sigaro e avana (ancora possono circolare liberamente) intorno ai 45, presunto belloccio che me lo immagino che legge tutte le recensioni, e poi imposta la domanda col tipico sottofondo "io so le cose e sono qui apposta per farmi dire bravo guarda quante cose so" e Moody risponde "Si".
Ma levati adesso. Fatti un aperitivo se non capisci la metafora.
Per cui metto piede sulla parte piu' orientale dell'isola, stesso punto in cui misero piede gli italiani, stesso punto su cui misero piede gli irlandesi, stesso punto su cui misero piede i portoricani, e adesso ci entro, perchè fintanto che sono macerie non mi importa quanto fa caldo, ci entro, è come un deserto di vetro e sabbia, una discarica ridotta in vetro dalle fiamme, e sento le voci, anche se ormai ne è passato di tempo, tutte quelle voci, a strati, una sull'altra, nelle loro centocinquanta lingue diverse, non riesco a distinguere niente di ciò che dicono, sento solo che dicono: Ehi, è ora che qualcuno ci ascolti. "
mercoledì 4 giugno 2008
Nuovi mestieri da considerare alla bisogna
L'altro giorno ho incontrato un amichetto mio che non vedevo da tempo e mi ha detto che si è messo in proprio. Dice così. Comincia a parlare di sè come se non fosse presente al momento. Mi ha detto siediti che ti racconto sta cosa che dico io quando procaccio nuovi adepti per il mestiere nuovo barra novizio da considerare alla bisogna. E' tempo di matrimoni no? Io annuisco; ma un minimo davvero. Eppure gli basta, se lo fa bastare e parte.
Je dico…tu fai il sosia dell’ex de Veronica, te autoinviti, non te preoccupà, fai finta de esse uno che si chiama Marco. Tanto e’ pieno de marchi ai matrimoni.
Tu punti un tavolo co un marco a caso no? te siedi e pe tutta la cena racconti nefandezze su usi e costumi sessuali della sposa. Ovviamente bevi. Tanto è gratis. Ma mantieni quella soglia minimale di credibilità. Ad un certo punto però sbrocchi e quando stanno pe taglia la torta, finalmente te fai riconosce e urli a tutti che la sua (della sposa of course) posizione preferita è dietro la porta con sopra la torta, o sotto la porta in mezzo alla torta, insomma di poco ti importa, ma del fatto che quella è una che se uno vuole se la intorta.
Considera le nonne ai matrimoni. I vecchi in genere.
Mi guardo in giro, vedo la faccia delle nonne presenti a questo matrimonio. Le vedo contrite per quello che ho detto e un po’ mi dispiace.
Mi dispiace…ma sti cazzi.
E' questa è una delle espressioni chiare e contorte di questi tempi incerti.
Mi dispiaccio ma al tempo stesso la mia psiche non può che esimersi dal considerarmi immune a qualsiasi straccio di cordoglio o come vogliamo chiamarlo.
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