martedì 13 maggio 2008

la fiera del salone dell'est che per due soldi



Reduce (è il caso di dirlo) dal salone del libro 2008 di Torino, sviluppo alcuni concetti basichi sull'editoria e il problema dell'addensamento pubblico nell'italia settentrionale. Ma anche orientale. Da cui est. Da cui fiera.
Finita la pantomima delle conseguenze, per prima cosa urge fare caso che alla fiera del libro c'è tutto e il contrario di tutto. Tanto per dirne una. Una neonata casa editrice che esce con due titoli. Un inedito di Cesare Pavese (cosa?) e il romanzo confessione di un tipo che è andato a Sanremo minacciando di impiccarsi se qualcuno non avesse prima o poi (ma immagino vista la situazione, meglio prima che poi) pubblicato il suo romanzo. La casetta editrice di cui sopra ha deciso di salvarlo mandando in stampa le sue fatiche. A quando una fiction?
Alla fiera del libro ti perdi. Io poi ho una sorta di rifiuto ancestrale contro i posti dove arrivi, fai il biglietto, e loro in cambio ti consegnano una mappa. Non so mai dove mi trovo neanche quando entro. Non c'è il pallino rosso che mi dice you are here. Perchè non inventano un pallino rosso che segue i movimenti. Anzi, solo i miei di movimenti. Che sarebbe meglio. I libri alla fiera del salone dell'est non costano affatto due soldi. Topolini che rosicchiano pagine si possono trovare. E ti credo.
poi c'è questa usanza da mercato di litorale romano fuori dagli stabilimenti mentre sciabatti e ti togli la sabbia. Fico sto pareo. Si ma quanto costa. Eh. 20 euro. E il tipo berbero o quel che è. Dai a 15 euro è tuo. Facciamo 28 e ne prendo 2? Ecco alla fiera del libro funziona così. Solo che uno non va in ciabatte e non vendono parei. Ma non sono sicuro. Gli incontri con gli autori sono notevoli. Ecco quello si. A parte la bellezza (tema di quest'anno) nel romanzo con Berardinelli (noto critico letterario) che ha reso soporifero qualsiasi aggettivo determinativo incontrollato.
Dopo una notte insonna Roma MIlano Torino fiera est non ci si poteva fare.
Però bello l'incontro con tutti i LucarelliStarnoneCarofiglioBallestra che parlavano delle loro passioni, mentre un attore faceva il verso del topo al microfono, bello il suono delle poesie ebraiche, bello ciò che ti arriva se ascolti e basta. Ottimo il punto di vista di uno come Etgar Keret. Lui scrive racconti brevi e ha questo senso dell'umorismo che attraversa strati diversi e nascosti della psiche.
Vede le cose in un modo semplice. Parla di memoria personale, di intimità da difendere. e dell'imprevedibilità della lingua che inventi con le storie.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

i libri costano troppo. Eppure quando ne trovi uno bello vale davvero la pena.

Anonimo ha detto...

l'altro giorno ho comprato una cosa che costava tipo quindici euro. ho letto le prime venti pagine. indegne.

identity crash ha detto...

1) happy birthday spregy!
2) consiglio una cosa da fare quando i libri fanno cagare: conservate lo scontrino e cercate di leggerlo senza piegarlo troppo. se nel giro di 24 ore vi accorgete che è indegno, lo riportate indietro dicendo che la persona a cui dovevate regalarlo ce l'ha già e lo cambiate. l'ho fatto e funziona.

spregevole ha detto...

Grazie idy crashy.
E'vero. La tecnica lettura "immacolata" + scontrino + faccia di circostanza oddiocel'avevagiàpossocambiarlo? funziona sempre.

Mr Anonimo cortesemente ci diresti qual'è il libro nefasto che hai comprato ultimamente? Cosi ne stiamo alla larga magari?

Anonimo ha detto...

Buon compleanno in ritardo !!! Firmato un cognato sbadato !!!
Non ho avuto la fortuna di venire a Torino, ma in preda a raptus ho svaligiato la Feltrinelli... Ho appena incominciato "La solitudine dei numeri primi"... ti saprò dire !!!

spregevole ha detto...

attendo ansiogeno.
Nel frattempo sto divorando "Kafka sulla spiaggia" Di Haruki Murakami, ci sapremo dire